Chi sono

Ciao a tutti, mi chiamo Matteo Ferroni e sono un maestro di cucina… non è una qualifica molto comune ma è quella che si presta al meglio per il mio ruolo ed il mio background.

Se ti stai chiedendo cosa sia un maestro di cucina, te ne voglio parlare; prima di tutto vediamo cosa NON è:

  • Non è uno Chef
  • Non lavora in un ristorante
  • Non si è formato solo sulla cucina

Uno Chef è una persona che, mediamente, ha grandi competenze culinarie perché ha, molto verosimilmente, frequentato l’alberghiero, fatto gavetta in cucina e magari la famiglia aveva un ristorante, quindi dall’età di 15-16 anni è stato sempre e solo in cucina a produrre piatti deliziosi.

Chef in francese vuol dire “capo” perché è il responsabile della cucina del ristorante e del personale… è dunque una persona abituata a “pedalare” a testa bassa sui piatti e a dare ordini a chi lavora nello stesso ambiente.

Vediamo anche cosa è un Maestro di cucina:

  • un professionista nel tenere corsi
  • ha avuto diverse esperienze lavorative
  • ha competenze più adatte alla docenza

le competenze del Maestro sono legate sia alla cucina (ovviamente) che alla comunicazione perché il talento in cucina spesso non basta per formare le persone… quante volte nello sport, abbiamo visto grandi campioni diventare allenatori mediocri? Questo perché non è detto che chi è in possesso di grande talento nel praticare un’azione sia poi in grado di insegnarla a chi è meno dotato.

Diamo per scontata la preparazione culinaria, a cosa deve pensare un maestro che non rientra nel lavoro dello chef?

  • Saper gestire un gruppo di amatori, di non professionisti, di turisti, magari di principianti assoluti; bisogna avere pazienza, comunicare nel modo più chiaro possibile, fornire ricette replicabili, focalizzarsi sugli ospiti… gestire un gruppo di cuochi professionisti nella cucina di un ristorante è totalmente diverso
  • Saper organizzare un evento; avere un buon customer care, un buon servizio post-corso, fornire più strumenti possibili per la comprensione
  • Saper comunicare. La comunicazione è importante, pochissimi fortunati nascono con una certa facilità di farsi comprendere ma sono casi rari… la comunicazione è un’abilità che si studia, si pratica e vi si può progredire. Ci sono moltissimi chef più bravi di me davanti ai fornelli ma che parlano come Luca Giurato ubriaco di vodka… il discorso è semplice: se lavori col pubblico e non sai parlare italiano correttamente, non sai gestire un discorso davanti a venti persone, non sai parlare almeno un’altra lingua devi tornare a spadellare da solo in cucina.

Il mio background è piuttosto vario ma accomunato da una cosa: ho sempre lavorato a contatto col pubblico, non sono mai stato chiuso nella cucina di un ristorante perché mi sento un animale da palcoscenico e mi piace prendermi cura dei miei ospiti.

Mi piace cucinare, ho sempre cucinato per me stesso e per gli amici sia per divertimento che per necessità perché se vivi da solo e vuoi mangiare decentemente, devi cucinare.

Avrei mai pensato di fare questo lavoro? No… ma la vita è imprevedibile, non si sa mai cosa ti capita e comunque mi piace molto, mi diverto un sacco.

Come sono diventato un maestro di cucina? Beh quando abbiamo aperto la scuola di cucina One Day Chef abbiamo pensato che ci servisse qualcuno che non solo sapesse cucinare ma che sapesse anche comunicare in pubblico e magari parlare in inglese, visto che facciamo i corsi ai turisti stranieri… e allora mi sono detto perché non me stesso.

Ho frequentato un corso professionale di cucina per essere ben addestrato ai fornelli, sono sempre stato portato per le lingue straniere dall’inglese al giapponese e poi mi sono ricordato del mio vecchio lavoro…

Eh già perché quando avevo vent’anni entrai in un’azienda di formazione personale come collaboratore fino a diventarne docente: apprendimento e comunicazione, per quattro anni ho parlato davanti a platee da 2 a 100 persone, studiando e perfezionando le tecniche di public speaking.

Questo fa totalmente la differenza tra uno chef che deve essere bravo a cucinare ed impiattare… ed un maestro di cucina che deve far cucinare qualcuno che non ci ha mai provato, trasmettendo le sue conoscenze e fornendo un’esperienza indimenticabile.

Il mestro di cucina pensa ai risultati dei suoi allievi, non al suo.

A qualche chef potrebbe non piacere questo ruolo ma non m’importa perché non mi sento in competizione con loro… mi prendo cura di tutta l’esperienza del mio ospite… prima, durante e dopo il corso sia dal punto di vista culinario che di apprendimento e di fruibilità delle spiegazioni…

Insomma io faccio un altro mestiere: non sono uno Chef ma un Maestro di cucina.

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